
Correva l’estate del 1987 e seduto sulle tribune
dello stadio Romeo Neri di Rimini ad assistere al VII° Superbowl
italiano disputato da
Seamen
Milano e Frogs Legnano, sedeva un ragazzino di 17 anni, che come per
incanto, rimaneva irrimediabilmente ammaliato da quello sport
incredibile, fatto di atleti straordinari, durissimi placcaggi e tante
azioni spettacolari.
Sarà stato per quella magica serata, per quell’indimenticabile
partita, per i colori delle maglie delle squadre oppure per gli
straordinari lanci di Bob Frasco o forse per mille altre ragioni…..ma
quel ragazzino seduto sugli spalti del Romeo Neri finita la partita
decretava che quello era il suo sport.
Fu così che Raffaello Pellegrini per gli amici
“RAFFI” o il “PRINCIPE” decideva di avvicinarsi al mondo della palla
ovale, nonostante i suoi 17 anni ed i suoi 60 kg scarsi di peso….e fu
così che decise di presentarsi all’allenamento delle Aquile Ferrara
per iniziare a giocare a football americano.
L’esordio
con il pallone ovale di questo ottimo DB/WR risale il 27.9.1987 nella
partita Aquile vs Fighters Pordenone (42-0) e prosegue per 5
intensissime stagioni consecutive (89-90-91-92-93) quattro delle quali
con il mitico coach Wyatt ed il favoloso Rocky Rothwell, raggiungendo
la semifinale del massimo campionato nel 92 contro i Pharaones.
E contestualmente Raffi sarà protagonista, con
la sua jersey #1, anche con la squadra dei DUCHI (la giovanile dei
rapaci estensi) nelle stagioni 89-90-91-92 dove viene schierato da
titolare nella posizione di FS, nonché capitano della difesa.
Raffi, con il cuore, il carattere, il coraggio e
la straordinaria passione riesce a conquistare immediatamente la stima
di tutti gli allenatori e soprattutto ad occupare stabilmente e con
grande successo la maglia di titolare e quella di capitano, diventando
un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli amici e compagni
di squadra.
RAFFI CON LA MAGLIA #1 DELLE AQUILE (1989)
Il cuore, il carattere, il coraggio, la passione
e l’intelligenza tattica sopperiscono senza problemi anche alla
mancanza di un fisico erculeo, la forza fisica viene così abilmente
sostituita dalle caratteristiche anzidette arricchite da una buona
velocità ed agilità che faranno di questo atleta uno dei giocatori più
considerati nella storia della difesa del team ferrarese.

RAFFI CON LA JERSEY DEI
DUCHI IN UN PUNT RETURN DI 73 YARDS IN TD CONTRO I WARRIORS BO
(1990)
Nel gennaio del 1993 viene selezionato nell’All
Star Team Arena Football (Come dice Raffi….. il 1° torneo in assoluto
di “abrasioni su sintetico” in Italia)
Dopo
5 intensissime stagioni con la maglia delle Aquile e quattro con
quella dei Duchi il 23 marzo del 1993 Raffi deve ritirarsi, suo
malgrado, dal football giocato;
il
giocatore nel corso della partita Aquile vs Gladiatori Roma subisce
un gravissimo infortunio (crociato ant. Collaterale e menisco gin. Sx
+ crociato post. Collaterale e menisco gin dx), un tremendo incidente
di gioco che interrompe così l’ottima carriera agonistica di questo
eccellente DB/WR, dotato di grande tecnica e versatilità ma
soprattutto di determinazione e coraggio.
Lui stesso ha dichiarato: ”ho smesso di giocare
a football solo ed unicamente perché non riuscivo neanche a salire da
solo sull’ambulanza”.
Il grave infortunio costringe Raffi ad un
forzato e lungo riposo sportivo ed è così allora che il Principe si
concentra nello studio e nel lavoro, ottenendo la laurea in
Economia
Aziendale ed un Master in Marketing Internazionale alla Marshall
Business School di USC (Università di South California).

RAFFI AD USC (2002)

Gli
studi e successivamente il lavoro lo portano quindi all’estero, sette
anni a Cuba ed alcuni anni negli USA dove Raffaello completa la sua
formazione ed affina le sue qualità di manager ed imprenditore.
Dopo la
lunga parentesi estera il Principe torna in Italia ove inizia ad
interessarsi ed occuparsi con ampio successo dell’organizzazione di
grandi eventi legati al mondo dello spettacolo e dello sport,
concentrati particolarmente sulla riviera emiliano-romagnola.
Ma il grande amore per questo sport e la voglia
di tornare a calpestare da protagonista un capo da gioco lo riporta
verso la fine degli anni 90’ verso il football……ed in modo
particolare verso il Flag football….. “Raffi” decide così di
divertirsi ancora con la palla ovale e partecipa con grande entusiasmo
ad alcune edizioni del “Memorial LEO RUBINI”
Il Flag riaccende in lui una grande passione e
così dalla stagione 2005 Raffaello Pellegrini entra “ufficialmente”
nel roster dei Banditi, entusiasmandosi irrimediabilmente al
“rubabandiera” ed alla sua nuova squadra….i Banditi Ferrara!!!
Il suo ingresso in squadra si fa immediatamente
sentire, il suo contributo fuori e dentro il campo diventa
determinante, Raffi mette a disposizione della squadra le sue qualità
di giocatore e tutta la sua straordinaria esperienza.
La difesa nero-rossa ben presto trova in
Raffaello il nuovo e fondamentale punto di riferimento, e nel giro di
pochissimo tempo RAFFI diventa il nuovo capitano del reparto.

RAFFI CAPITANO DELLA DIFESA
DEI BANDITI
Con
la maglia #13 dei Banditi (la sua #1 era già occupata da John) Il
“Principe” diviene protagonista in campionato, sia in difesa che in
attacco dove spesso viene schierato come slot receiver.
Nella prima straordinaria stagione il “basettone
#13” mette in cassaforte 38 tackle e 5 intercetti dei quali 2
riportati in TD, contribuendo inoltre magnificamente in attacco con
66 REC e 16 TD.
E’ una stagione davvero magica che lo porta
immediatamente alla selezioni della nazionale azzurra, impegnata in
settembre negli europei in Finlandia.

RAFFI CON LA MAGLIA DELL'ITALIA
IMPEGNATO CONTRO LA NAZIONALE DELLA GRAN BRETAGNA ALL'EUROPEO DEL
2005
Con il solito carattere da guerriero Raffi
supera le impegnative selezioni per una maglia da titolare e ad
Helsinki ci va……
Va in Finlandia e si porta a casa l’argento ed
un eccezionale secondo posto dell’Italia nel campionato europeo che
rappresenta il miglior risultato sportivo di sempre del Blu Team.

RAFFI ED IL BLU TEAM
CONQUISTANO LA MEDAGLIA D'ARGENTO AGLI EUROPEI DI HELSINKI
L’esperienza con la maglia azzurra e l’ottima
stagione con i Banditi galvanizza e stimola ulteriormente il
giocatore…..Raffi diventa così protagonista anche fuori dal campo
divenendo il presidente del club ferrarese, mettendo a disposizione
del team anche le sue straordinarie capacità di manager, organizzatore
e promotore, il “Presidente” che tutti vorrebbero avere, in grado di
risolvere sempre tutti i problemi e le difficoltà, sempre propositivo
ed ottimista.
La magica annata si conclude con la convocazione
all’All Star Bowl.

La stagione 2006 inizia nel migliore dei modi,
prima la partecipazione con il Blu Team al torneo internazionale di
Gerusalemme (Israele) e poi sempre grazie alle idee ed all’impegno del
Presidente i Banditi iniziano a metter il naso fuori dai confini
nazionali e partecipano con successo e grande divertimento a numerosi
tornei in giro per l’Europa.

RAFFI AL TORNEO
INTERNAZIONALE DI GERUSALEMME (ISRAELE 2006)
Il campionato 2007 lo vede ancora grande
protagonista, aggiudicandosi numerosi MVP trascina la difesa dei
Banditi sino alla finalissima di Majolo dove i Banditi cedono
solamente ai fortissimi Cleavers Cavriago.
Nella medesima stagione Raffi viene anche eletto
Consigliere nella LIFF la neonata federazione italiana di Flag
Football, contribuendo con grande vigore alle importanti iniziative
federali.
I coaching staff del Blu Team seleziona
nuovamente il forte difensore estense e gli assegna la maglia #3 e la
“fascia” di capitano con la quale Raffi vola in Korea per disputare i
campionati del mondo, raggiungendo con il Blu Team il 7° posto.

RAFFI E PEEZ NELLO SPLENDIDO
IMPIANTO DI DAEGU (KOREA) TEATRO DEI CAMPIONATI DEL MONDO DEL 2006
Per il secondo anno consecutivo il “Principe”
viene convocato anche all'All Star Bowl grazie ad un ottimo rendimento
che gli consente di concludere la stagione agonistica ai vertici delle
statistiche individuali con 56 tackle, 9 intercetti dei quali 3
riportati in TD e 15 Rec per 3 TD in attacco.

RAFFI PREMIATO COME
MVP
Il 2007 sarà un grande anno per il “basettone”
#13…..Raffi inizia la stagione organizzando in maniera impeccabile e
grandiosa la 1^ edizione della Coppa dei Campioni per Club di Flag
Football…..riesce così a portare a Ferrara le migliori formazioni
continentali (e non solo) in quello che alcuni hanno definito come il
miglior evento sportivo dedicato alla nostra amata disciplina
sportiva.

RAFFI "CONDUCE" LA PRIMA
EDIZIONE DEL CHAMPIONS BOWL 2007

RAFFI IMPEGNATO CONTRO LA
SQUADRA GIAPPONESE DEI GREEN GLASS OSAKA
Oltre che ad organizzare, “il capitano” come
sempre scende in campo e trascina il suo team (purtroppo decimato da
infortuni) alla conquista del 7° posto, un risultato più che
soddisfacente in considerazione del valore delle squadre in campo e
soprattutto dell’impegno profuso nella preparazione dell’evento.

RAFFI PORTATO IN TRIONFO DAI
GIOCATORI DANESI DEI MAMMOTHS HVIDOVRE
Dopo
la Champions Bowl ed una pre-season ricca di successi, Raffi si
concentra sul campionato nazionale per cercare di condurre la sua
squadra alla conquista dello scudetto…..il capitano come sempre lavora
duramente in campo e fuori ed i risultati arrivano……I Banditi chiudono
la Regular Season al terzo posto della classifica, conquistando per
l’ennesimo anno l’accesso al Finalbowl.
Contestualmente il “principe” concentra le sue
energie anche sulla pianificazione e l’organizzazione del campionato
europeo che si svolge per la prima volta in Italia, nonché sulla
preparazione fisica ed atletica in vista delle nuove convocazioni per
la nazionale azzurra.
Raffi per l’ennesima volta non fallisce e
conquista meritatamente la sua maglia azzurra #3 con la quale disputa
il campionato europeo.
Gli
azzurri dovranno accontentarsi del 5° posto, conquistato con la
vittoria 46-14 nello spareggio contro la Finlandia, ma in campo la
prestazione del capitano rimane sicuramente più che positiva.


RAFFI CAPITANO E DIFENSORE
DEI BANDITI
Dopo la
parentesi europea Raffi si rituffa nella finalissima del campionato
italiano, quel 10° Finalbowl che entrerà per sempre nella storia
della
squadra estense
e nel cuore del nostro capitano.
I
Banditi e Raffi compiono il capolavoro ed al termine di una
finalissima intensa ed entusiasmante conquistano lo scudetto, il
quarto tricolore del team ferrarese.
Uno scudetto al quale Raffi ha
sempre creduto!!!

RAFFI IMPEGNATO NELLA
SEMIFINALE DEL CAMPIONATO 2007 CONTRO GLI HUNTERS ROMA

RAFFI IN COPERTURA SUL
CENTRO DEGLI HUNTERS ANDREA JACOMETTI
Nonostante gli acciacchi ed i capelli
brizzolati, sul campo da gioco il capitano dei Banditi risulta
fondamentale ed indispensabile, le sue capacità, la sua tecnica, la
sua esperienza e soprattutto il suo temperamento ed il suo carattere
spronano la difesa nero-rossa e tutta la squadra a compiere un'impresa
difficilissima contro avversari di grande valore e permettono così di
trionfare nella finalissima del campionato.

RAFFI E SILVIA
Sposato con la bella e dolcissima Silvia
(avvocato, tifosissima dei Banditi ed attenta lettrice del “corriere
della sera”) con la quale condivide le mille avventure della sua
intensa e movimentata esistenza.
Attualmente Raffi
dirige con successo la filiale italiana di una
multinazionale.
Team NFL favorito: TAMPA BAY BUCCANEERS
INTERVISTA A RAFFI
D -
INIZIAMO DALLA FINE….I BANDITI SONO I NUOVI CAMPIONI D’ITALIA…COME
GIUDICHI QUESTO SUCCESSO?
R –
Come il cacio su un piatto di maccheroni che tutti pensavano
stracotti.
Una
grandissima soddisfazione x chi come il sottoscritto non ha mai smesso
un secondo di crederci ed ha “costretto” una banda di diversamente
giovani a smaltire in preseason decine di kg e a mantenersi a regime
alimentare controllato x mesi per dare il proprio massimo contributo
ad ogni allenamento ed a ogni partita.
Un
giusto premio a chi ha fatto tanto per il flag anche a livello
internazionale e che ha sicuramente raccolto molti più insulti che
ringraziamenti.
La
differenza tra andare al Brico a comprare martello e chiodi e rimanere
per lo meno un altro hanno a difendere il montagnone ed i cappellacci
e a “brutalizzare” JFK & co.
D - PERCHÈ
RAFFAELLO PELLEGRINI HA SCELTO IL FOOTBALL AMERICANO? E PERCHÈ IL FLAG
FOOTBALL?
R –
Perché non avevano ancora inventato il thouckball o come diavolo si
scrive e quindi era l’unico sport in cui potevo puntare alla
nazionale…
Ci ho
provato 7 anni con il casco ed il paraspalle non ci sono riuscito x
colpa di un amico di Jaco e Fierli; dopo 12 anni e circa 77 casse di
havana 7 ci ho riprovato con le bandiere ed una manica infilata in
testa e ho raggiunto l’obiettivo.
Scherzi a
parte, è una patologia indebellabile che mi ha colpito in età
preadolescienziale vedendo giocare Guio in regia, si è aggravata con
Frasco a con l’annuario Bike, ha raggiunto l’apice con coach Wyatt ed
ha conosciuto uno stop solo perché non riuscivo neanche a salire
sull’ambulanza da solo; dopo 5 operazioni e due anni abbondanti di
fisio solo per tornare a correre non me la sono sentita di
ricominciare ad usare il mio corpo come se fosse in leasing, e mi sono
fatto allegramente infinocchiare di chi mi ha venduto l’idea che il
flag fosse no-contact.

D - QUALI
RITIENI CHE SIANO LE MIGLIORI CARATTERISTICHE PER GIOCARE DIFENSORE?
R –
Innanzitutto esperienza, poi esperienza, ed infine esperienza…anche se
atletismo e velocità aiutano non poco.
E nei
down decisivi, palle e tanto, tanto cuore.
E anche
tanta pazienza e spirito di sopportazione per chi gioca (e si allena)
con me.
D - LA PIÙ
BELLA ESPERIENZA VISSUTA NEL MONDO DEL FLAG?
R –
Difficile isolarne una, anche se le lacrime, finalmente di gioia, dopo
la finale scudetto saranno sicuramente difficili da dimenticare.
Così come
mi risulta difficile non essere almeno un po’ orgoglioso di aver
portato 300 flag da tutto il mondo a rincorrersi sui campi del CUS, o
aver contribuito (…) a portare amici, nemici e semplici conoscenti a
fare la sauna quella vera, ad attraversare la porta di Jaffa, a
mangiare le moules a Omaha, a sbancare il Galaxy, a ballare in
discoteca a Daegu, a ingurgitare gli hamburger + grandi del mondo ed a
scoprire l’appennino senza sci.
Ma solo
pensando che l’eperienza di flag più bella è quella che devo ancora
vivere posso mettere in cantiere la prossima stagione con lo spirito
giusto.
D - SEI
STATO PROTAGONISTA CON LA MAGLIA AZZURRA DELLA NAZIONALE DI FLAG DI
NUMEROSE ESPERIENZE CONTINENTALI E MONDIALI, COSA TI È RIMASTO DI
QUELLE AVVENTURE? E QUAL'É IL RICORDO PIÙ BELLO?
R –
Viaggiare per sport è semplicemente straordinario e solo chi lo ha
fatto può capirlo; piccoli frullati di vita in comune concentrati in
pochi giorni che cementano amicizie anche internazionali normalmente
indissolubili.
Ricordo
la prima azione della mia prima partita in nazionale contro la
Germania agli europei di Helsinki, un lancio completato sul mio
ricevitore immediatamente “livellato” dal sottoscritto con un
placcaggio 100% tackle tra l’altro fuori dal campo assolutamente da
espulsione.
A fine
partita (vinta) afflitto dai sensi di colpa mi sono andato a scusare
con il malcapitato: il #99 della nazionale e dei Lizzards (che non
erano ancora la stessa cosa) Frodo.
Ne è nata
un’amicizia, una di quelle vere, silenziose ma solide, che si rinnova
immancabilmente ad ogni bowl internazionale, EC e WC.
E solo ed
unicamente un’obiettivo sportivo ed un pò di sana pazzia può far
accettare l’idea di andare a fare un weekend dall’altra parte del
mondo e ritornare senza aver visto niente di più di un aeroporto, un
albergo ed uno stadio.
Il
ricordo più bello sarebbe sicuramente il tasso teutonico, ma non sono
riuscito a vederlo, e poi non ero neanche con la nazionale…
Per dare
una risposta diciamo che rivedere i propri replay sul megascreen di
uno stadio mondiale mentre sei in huddle è sicuramente una sensazione
difficile da dimenticare.
La figata
è che tutti i ricordi sono file digitali così quando sarò ancora +
vecchio, incanutito e rinc…ito e racconterò le mie esperienze
nazionali ai miei increduli figli avrò le prove.

RAFFI ED I BANDITI
VINCITORI DEL GALAXY BOWL DI FRANCOFORTE (2006)
D – HAI VISSUTO PARTE DELLA TUA VITA IN PAESI
STRANIERI LONTANI DALL’ITALIA COSA TI E’ RIMASTO DI QUELLE SPERIENZE?
R- Aver fatto “il nostro uomo all’Havana” per
quasi sette anni è stata per me un’esperienza umana e professionale
fantastica, così come lavorare negli USA mi ha dato grande pragmatismo
e un’assoluta predisposizione alla meritocrazia.
Due esperienze agli antipodi che mi hanno fatto
capire come i problemi ed i meriti non siano dei sistemi ma delle
persone che li compongono.
Scegliere di vivere per tanti anni all’estero da
solo e lontano dai miei familiari ha contribuito a rafforzare in me la
volontà di costruire una famiglia tradizionale su basi estremamente
solide, concetto purtroppo ormai desueto ma che costituisce per me
l’ambizione + grande.
E mia moglie, che adoro, ne è consapevole e, mi
auguro, felice.
D – TORNANDO AL FLAG…….LA PIU' GRANDE DELUSIONE?
R – Impulsivamente darei un nome, un cognome ed
un codice fiscale, anche perché le delusioni sul piano umano sono
quelle le cui ferite si rimarginano più lentamente.
Ma certo della censura del webmaster e
consapevole che forse anche Castro vedrà la fine dell’embargo prima di
morire, mi sforzo di dare una risposta più diplomatica: la seconda
giornata dei mondiali in Korea la cancellerei volentierissimo da
calendario e da ogni ricordo.

D – SEMPRE PARLANDO DI FLAG…SE AVESSI LA BACCHETTA
MAGICA COSA FARESTI?
R - Mi presenterei in campo nel campionato 2008
con la stessa forma fisica che avevo il 23 marzo del 1993, esattamente
20 punti di invalidità permanente fa.
E sarei pronto a scommettere tutti i miei trofei
MVP che Paltro mi farebbe fare volentieri il doppio ruolo.
D - IL GIOCATORE DELLA SQUADRA AVVERSARIA CHE STIMI
ED APPREZZI DI PIÙ?
R – Questa è una domanda difficile.
Ci sono diversi giocatori che stimo tantissimo e
lo sanno benissimo perché sono abituato a dire sempre ciò che penso
senza troppi giri di parole, nel bene e nel male.
Ma se vuoi proprio un nome ti dico Alex Manfredi,
che a mio modo di vedere incarna esattamente quello che dovrebbe
essere lo spirito del flag: giocare, giocare, giocare, sempre con il
sorriso, anche a costo di dover indossare una maglia storicamente
“nemica”.
D
- COSA CAMBIERESTI NEL CAMPIONATO DI FLAG E PERCHE'?
R – Non c’è molto da cambiare; ci sarebbe solo da
far tesoro delle esperienze degli ultimi 3 campionati, eliminando la
crusca e tenendo solo il grano.
Personalmente farei una stagione più lunga con
una prima parte open (Coppa Italia ?) con classifica finale calcolata
con il Power e con un numero di partite obbligatorie + basso possibile
perché il Ranger sia attendibile, ed una seconda parte (Campionato)
più corta e concentrata con presenza “obbligatoria” ai bowl per chi
decide di parteciparvi, con punti vittoria e sconfitte a tavolino (e
penalizzazione) per chi non si presenta.
E poi renderei obbligatorio x le squadre nominare
esclusivamente arbitri competenti, formandoli anche in allenamento se
necessario.
D - QUAL'È STATA LA TUA PARTITA PIÙ BELLA O QUELLA
CHE RICORDI CON MAGGIOR PIACERE CON LA MAGLIA NERO-ROSSA DEI BANDITI?
R – La semifinale scudetto con i Gold…
40 minuti, 4 secondi e i 9 centesimi più lunghi
di 10 anni di flag in Italia.
Peccato per qualche insulto di troppo, già
dimenticato, mentre non dimenticherò mai “quello sporco ultimo down”.
D – QUALE GIOCATORE AVVERSARIO PORTERESTI NEI
BANDITI E PERCHE’?
R - Questa è una domanda difficilissima.
Se draftassi Massimo Fierli farei contento Paltro,
che potrebbe tornare all’antico, e tutti i ricevitori, ma perderei
l’amicizia di Jaco.
Se dicessi il Marziano, la difesa dei Banditi
sarebbe sempre quella del perfect Spirit Bowl e l’attacco sarebbe
assolutamente inarrestabile, ma il campionato sarebbe noioso e JFK
manderebbe l’Enola Gay sul castello estense e sul Cus.
Ti dico il licantropo Mattia per almeno 4 motivi:
1) si adatterebbe educatamente alla complesse alchimie della nostra
famiglia ed in gruppo si è dimostrato semplicemente fantastico 2) è
un giocatore di difesa che io Zano e QuelCheRestaDi ci sentiamo spesso
soli e abbandonati (soprattutto quando le veline sono a sciare o a far
finta di studiare in piscina), estremamente completo, umile, e con dei
grandi margini di miglioramento se ben allenato 3) potremmo
schiacciare un sacco di tassi andando in trasferta con l’hummer 4)
tanto x Zambe fortunatamente il peggio è passato (BENTORNATO !!!) e
non correrei il rischio di eventuali contraccolpi fisici da
incazzatura mettendo il 56 sotto contratto.
Peccato che attualmente il salary cap non mi
consenta di muovermi sul mercato, anche perché di certo non taglierei
mai nessun “campione”

D - UNA FRASE CELEBRE NELLA QUALE TI IDENTIFICHI……E
IL TUO FILM PREFERITO?
R – Non ho dubbi : John Belushi in Animal House:
“quando
il gioco si fa duro i duri incominciano a giocare”
Relativamente alla cinematografia un parimerito:
“Un lupo
mannaro americano a Londra” e “Forrest Gump”
D - COSA FARA’ RAFFI DOPO IL FLAG FOOTBALL?
R – Continuerà a lavorare come 12/13 ore al
giorno girando l’Italia come una trottola, farà un paio di marmocchi
e giocherà a golf con Paltro nei w/e
A proposito…ammesso che le cartilagini non
cambino idea prima, il dopo incomincerà dopo il final bowl del 2009,
quando avrò 40 anni e qualche mesetto

D - IL TUO SOGNO NEL CASSETTO?
R – Mi reputo una persona fortunata anche perché
ho un sogno assolutamente realizzabile.
Per il mio 60° compleanno mi regalerò una barca a
vela e comincerò a navigare girovagando per tutti i mari del mondo
insieme a mia moglie.
E non credo che tornerò più.
D - IL TUO GIOCATORE PREFERITO DELL'NFL E PERCHE’?
R – Finalmente una domanda facile.
Senza alcun dubbio RONNIE LOTT
Un vero assassino capace di colpi letali anche (e
soprattutto) al Pro Bowl…
Per
concludere possiamo tranquillamente aggiungere che Raffi è la
testimonianza vivente che ci sono persone nate per vincere, nello
sport, nel lavoro….e nella vita di tutti i giorni……
Il
Capitano è pronto per affrontare un'altra avventura e siamo certi che
anche la stagione 2009 lo vedrà tra i grandi protagonisti!!!
